UNESCO - Cento Artisti per Sarajevo - A cura di Rodolfo Lacquaniti
TRIO DI SARAJEVO
EUGENIO MICCINI
LIDO CONTEMORE
SANDRA GRASSI
PAOLA BARONE
RICCARDO SALTINI
STEFANO BILIOTTI
LORENZO PEZZANTINI
EDORADO MALAGIGI
PIER PAOLO PERRA
RODOLFO LACQUANITI
FLAVIANO POGGI
MARIO DANIELE
MARIO LOVERGINE
PAUL NEWMAN
GIAMPAOLO DI COCCO
ANTONIO LO PINTO
MAVILLA
FIKRETA GAFIC
GIACOMO PUSSI
MARCELLO AITIANI
KIKI FRANCESCHI
FABRIZIO GERBINO
EMAUNELE DI MARTINO
MARINELLA FAMIANI
MARILENA GAMBINO
JANET MULLARNEJ
PAOLO D’IPPOLITI
DANIELA COLLI
ANNAMARIA CARDILLO
LEJLA TELALASIC
DAJAN ATANACKOVIC
VIRGINIO SPARAVIGNA
VITTORIO AGNI
FABIO DE POLI
GENNI CARRETI
COSTANZA MANSUETI
PASCUCCI
4XLX4
MICHELE LIBASCI
ALFREDO FUTURO
JÈROME BASSILOM
GIULIANA ROVECCHI
NICOLA VILLAMARE
NERI FATIGATI
DUCCIO IODICI
CAROLO ROCCHESANI FEDRI
BEPPE MIGLIORINI
FABIO DE POLI
TANIA SICOVIC
PIETRO BERNABEI
FRANCESCO ROVIELLO
RAFFAELE AMMAVUTA
ALESSANDRO CECCHERELLI
CRUNCH – PSSS
GRAZIANO MANNI
MARIA ROSA SUMA
LETIZIA GASBARRO
GAETANO LO MONACO
GIUSEPPE PICCIONE
ROCCARDO BIONDI
ANTONELLO FOSCARINI
VICO FABBRIS
CARLO CANTINI
EMANUELE MENNITI PARAITO
ANNA MARIA TROTTA
LAVINIA MALAGIGI
PAOLO CALAFIORE
MARCO RAFFAELE
MANOLA DEL TESTA
ANGELO MINISCI
DIANA DEL SORDO
SALVATORE STELLA
ALBERTO MOMMARELLI
PAOLO FERRACCI
LUCA DE SILVA
GIUSEPPE SCARPINO
SISLEJ XHAFA
ANDREA CHIARANTINI
TIZIANA ACOMANNI
MASSIMILIANO ORAZI
ALFREDO FUTURO
CRISITNA GOZZINI
DUCCIO PAMPALONI
CORRADO PATUELLI D’CAVIER
SERGIO BATTI
GIAN LUIGI CORINTO
NEDA E FRANCO CESATI
LORELLA ZAPPALORTI
FRANCO SCUDERI
OTTAVIANO GUZZI
CARLO ZARI
STEFANO LAPI
CESARE BOSSI
DANIELA TARCHI
GIANNI CAVERINI
NANETTE FELINE
PATRIZIO GUERRINI
FRABÌNCESCO LANDUCCI
ANONIMI
ANNA LUPPI
ELISABETTA TRASSINELLI
IRENA KALODJERA
Il progetto “Cento Artisti per Sarajevo” è stato ideato e curato da
RODOLFO LACQUANITI
Fotografie di Carlo Cantini, Stefano Biliotti, Rodolfo Lacquaniti
Logo copertina Pier Paolo Perra
Traduzioni Gabriella Fiori
Si ringraziano per il prezioso apporto alla riuscita del progetto:
Tutti gli Artisti che hanno partecipato all’iniziativa
Francesco Pira della Regione Toscana
Il Centro UNESCO di Firenze
L’Associazione Amici dei Musei Fiorentini
L’Istituto degli Innocenti di Firenze
L’A.I.B. (Associazione Italiana Biblioteche)
Il COSPE (Cooperazione Paesi Emergenti)
Ada Tardelli del Comune di Firenze
Renato Burignana addetto stampa del Sindaco di Firenze
Edoardo Malagigi dell’Accademia delle belle Arti di Firenze
Maria Luisa Stringa Vice Presidente Mondiale della Federazione Club e Centri UNESCO
TESTIMONIANZE
Nel marzo del 1994 nel chiostro delle donne presso l’Istituto degli Innocenti di Firenze, oltre cento artisti hanno gridato al mondo la loro protesta contro la gratuità della ferocia in Bosnia. Si è voluto organizzare una mostra-non mostra, non una normale collettiva ma un intervento che, autore per autore, è stato fatto utilizzando una sola parola: SARAJEVO.
Il dramma da rappresentare non ha lasciato spazio se non ad un intervento spoglio. L’intero sdegno ha messo da parte tutte le riflessioni stilistiche e l’arte è diventata impegno sociale. Nello spazio rigoroso del chiostro una musica martellante, un eco, un urlo: SARAJEVO. Grazie mille al Vicepresidente ed Assessore alla Cultura e Comunicazione della Regione Toscana Marialina Marcucci e all’Assessore alla Culture del Comune di Firenze Guido Clemente, si è potuto realizzare un libro-testimonianza della rassegna e il cd-rom (il libro sarà prodotto su rete internet).
Lo scopo principale dell’iniziativa è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso la pubblicazione dell’impegno di artisti nei confronti della questione bosniaca e di raccogliere fondi per la ricostruzione della biblioteca di Sarajevo e per borse di studio per studenti dell’accademia di Sarajevo. Ha scritto Josep Palauo I Fabre, poeta e critico d’arte:
“Tutti sappiamo oggi che esistono altri uomini con credenze, modi di vita, riti, costumi, lingue, colore o tratti somatici differenti. Se ognuno di noi si ritiene il solo detentore della verità tale diversità non può risolversi che in una guerra permanente; se invece si accetta l’idea che il modo d’essere degli altri è altrettanto valido quanto il nostro, allora ci potrà essere tolleranza e comprensione”.
Rodoflo Lacquaniti
Curatore del Progetto
In occasione delle iniziative che vedono Regione Toscana e Comune di Firenze impegnati nella raccolta di fondi per promuovere il recupero della Biblioteca di Sarajevo, il Presidente della Repubblica esprime vivo apprezzamento per le nobili finalità umanitarie e culturali perseguite.
Il capo dello stato è lieto di formulare fervidi auguri per il miglio successo delle manifestazioni e di far giungere i suoi più cordiali saluti.
A Sarajevo il tempo ha ripreso la sua dimensione normale. Alle popolazioni civili saranno risparmiati l’eternità delle attese ed i momenti contratti delle catastrofi belliche. Il tempo normale a Sarajevo si insedia anche attraverso la ricostruzione del tessuto dei luoghi della memoria. Musei, biblioteche, archivi, istituzioni culturali e tutto ciò che conserva la traccia vivente di una civiltà dovranno essere restituiti ai cittadini di questa martoriata regione. Fra tutte queste tracce, la Biblioteca Nazionale ed universitaria di Sarajevo è stata certamente, durante la guerra, uno dei simboli del sabotaggio della ragione e della sua restaurazione: la distruzione della Biblioteca ha mostrato a tutti la ferocia della barbarie che si è abbattuta su Sarajevo, ma la resistenza dei bibliotecari ha alimento le speranze di una rinascita culturale.
Per rinfocolare questa speranza, il Consiglio d’Europa ha subito aderito all’appello lanciato dall’UNESCO per la ricostruzione della Biblioteca di Sarajevo, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso libri e mostre di denuncia (come viaggio nei Balcani, ora anche tradotto in italiano, e l’esposizione “Tre anni di editoria a Sarajevo, 1991-1994”). Sono ben lieto, oggi, di sostenere la pubblicazione, voluta dalla Regione Toscana e dal Comune di Firenze, riguardante la manifestazione artistica organizzata all’interno del Chiostro delle Donne presso l’Istituto degli Innocenti a Firenze. Inoltre, su sollecitazione del Consiglio d’Europa, i direttori di alcune grandi Biblioteche Nazionali hanno già manifestato l’intenzione di mettere a disposizione i loro esperti di edilizia bibliotecaria e così fornire un aiuto per la ricostruzione materiale della Biblioteca.
Occorre dimostrare che le civiltà non sono mortali, come diceva Paul Valery, ma che esse hanno sempre un avvenire. Una Biblioteca Nazionale esprime appunto questo: il mondo in cui un popolo, attraverso lo sguardo retrospettivo volto alla sua storia, si rappresenta il suo futuro. Ed è questo, appunto, ciò che occorre perseguire prioritariamente in Bosnia: la riconciliazione del passato con il futuro e l’inserimento di questa regione del “nostro” tempo.
Auguro un ampio successo a questa vostra iniziativa. Personalmente, di fronte alla drammatica vicenda della guerra civile in Bosnia, mi sento come tante altre persone, colpito nei sentimenti pi profondi, proprio a causa del ripresentarsi di atti di barbariche, con le tragedie compiute dal nazifascismo, credevamo ormai appartenere al passato. La guerra civile nell’ex-Jugoslavia è destinata a lasciare segni profondi nella coscienza collettiva dei cittadini i questo vecchio continente.
Tuttavia con il 1996 sembra, dopo oltre 4 anni e mezzo, che cessi quella orribile tragedia e si aprano, finalmente, serie prospettive di pace.
L’iniziativa, che ha visto uniti così tanti artisti, è di grande significato e valore. E’ per tutti un richiamo alla necessità di difendere, sempre, i valori universali della pace e della solidarietà fra i popoli.
La Toscana ha cercato di fare la propria parte a sostegno della pace e, oggi, in favore della ricostruzione. Abbiamo ricostruito una scuola a Mostar; abbiamo curato bambini; avviato, proprio qui a Firenze, incontri con gli amministratori locali di quella città per impostare un piano di interventi e di aiuti umanitari. Non abbiamo dubbi: sappiamo da che parte stare. Sappiamo che questo è il momento di aiutare quei popoli nel difficile lavoro della ricostruzione e della ripresa del loro sviluppo. La Toscana, grazie anche al vostro aiuto, farà la sua parte.
“100 artisti per Sarajevo” ha mostrato come gli uomini e le donne del mondo hanno vissuto, compartecipato al dramma della città di Sarajevo. La guerra che ha sconvolto la ex Jugoslavia è stata drammatica perché ha ucciso, distrutto, colpito con ferocia inaudita; una ferocia ancora maggiore delle tante, troppe guerre che in questo mezzo secolo hanno sconvolto il nostro pianeta.
A Sarajevo, la scorsa estate, ho potuto vivere anch’io accanto al Sindaco di quella città, gli effetti di un odio che non risparmiava neppure i bambini che giocavano. Ho potuto però anche sperimentare lo “spirito di Sarajevo”; quello spirito di vita, di rinascita che ha permesso agli uomini e alle donne della città, di vivere, non di sopravvivere, in questi lunghi anni di guerra.
Questa pubblicazione, resa possibile dall’impegno di Enti e persone, potrà contribuire alla rinascita della città, alla ripresa di una vita umanamente vissuta; ma soprattutto deve segnare una inversione importante; ogni uomo e donna che vive nella nostra città deve avere a cuore ogni “angolo” della terra.
I sindaci devono impegnarsi oggi a realizzare città dove la convivenza, nel rispetto della legalità, sia vissuta. E’ impossibile edificare un mondo che vive nella pace, che costruisce la pace, se non iniziamo dalle città.
Siamo tutti chiamati, ciascuno secondo le proprie competenze e potenzialità, a “ricostruire” Sarajevo per costruire città dove le bambine ed i bambini possono giocare, studiare, lavorare nella consapevolezza di costruire un mondo più giusto, più equo, più solidale.
Sarajevo è ancora tra noi. Anche se, come tutti speriamo, vi è il futuro, la costruzione di una società finalmente tollerante e consapevole. La fatica di questi artisti è uno stimolo importante per la rinascita culturale della città di Sarajevo, della ex Jugoslavia. Ma non solo. Direi che la loro fatica è importante per la crescita culturale anche delle nostre città.
Attraverso la loro opera mostrano quello spirito di rinascita che può veramente contribuire al clima nuovo che tutti noi auspichiamo. La cultura di Firenze vuole aprirsi sempre di più a manifestazioni come questa. Intende promuovere, valorizzare, incrementare mostre di artisti dei diversi Paesi. La nostra città è anche grata a quanti si sono adoperati per questa iniziativa, mostrando che la collaborazione fra le istituzioni e i privati può raggiungere obiettivi importanti e sentiti da tutti.
Non capitano tutti i giorni episodi di solidarietà che varcano ogni confine. Firenze, la Toscana, cento artisti di questa terra hanno a loro modo, con ogni forma espressiva detto no ad una guerra ingiusta ed inutile. Questo momento di incontro nel Chiostro delle Donne, simbolo dell’Umanesimo Rinascimentale, diventa oggi un catalogo e un CD-Rom che sarà offerto in favore di offerte per la biblioteca di Sarajevo e per scambi culturali tra giovani artisti.
Anche in questa occasione, come in altre, la collaborazione tra le istituzioni si è sposata con l’iniziativa spontanea di un gruppo di artisti e di un professionista l’Architetto Rodolfo Lacquaniti. A Lui ed a tutti gli Enti e le Istituzioni che hanno lavorato a questo progetto va il più profondo ringraziamento. Nella mia qualità di Assessore alla Cultura ed alla Comunicazione della Regione Toscana ritengo di salutare questa iniziativa con doppio orgoglio: in primo luogo perchè la cultura si è messa al servizio della solidarietà; in secondo luogo perché la comunicazione della cultura può trasformarsi in risorsa per dare a Sarajevo una nuova biblioteca simbolo di civiltà.
Il lavoro di questi artisti sarà anche diffuso nel mondo attraverso l’accesso della Regione nella rete Internet. E’ un piccolo contributo che insieme al Comune di Firenze abbiamo voluto dare. Un piccolo contributo di solidarietà ed un segno di pace dell’unica Regione dove c’è in carica un Assessore alla Pace, Simone Siliani, ed in vigore una legge sulla pace.